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lunga padrona di Lombardia e della Venezia. Bisognava adunque far prova a riprese d’audacia e di prudenza, non recidendo nessuna parte del programma italiano annunciato nel 48, ma non rischiando neanche di averlo momentaneamente a sopprimere per la prevalenza delle armi altrui. Il Cavour, quindi, nel tratto dei dieci anni, senza provocar mai una guerra, che al Piemonte da solo sarebbe stata rovinosa, compì egli stesso o s’associò a quei ministri che compirono atti solenni coi quali si fece fronte, nel giro della diplomazia, alle pretensioni e alle minaccie dell’Austria. Quando questa, con insigne violazione di diritto, ebbe nel 1853 sequestrati i beni di parecchi cittadini piemontesi per punirli di colpe non loro, il Dabormida, ministro degli esteri nel ministero di cui il Cavour era capo, protestò gagliardamente, con un memorandum spedito a tutti i gabinetti d’Europa. L’Austria rispose alle querele del governo piemontese richiamando l’Appony, suo ministro presso la Corte di Torino, e il governo piemontese richiamò il Revel, che lo rappresentava presso la Corte di Vienna. E il Cavour, ministro delle finanze, chiese alla Camera de’ fondi per venire in aiuto alle famiglie de’ sequestrati.

«I due governi si premunivano. Mentre l’Austria, non contenta dell’occupazione continua delle Romagne, conchiudeva trattati con Parma e con Modena, ed afforzava Piacenza, il ministero del conte Cavour si preparava a migliorare le condizioni difensive del Piemonte, fortificando Casale, rinforzando Alessandria, e trasportando la marineria militare da Genova alla Spezia. E quante aspre battaglie non ebbe il Cavour a sostenere nel Parlamento contro coloro che, o per isbaglio di vista politica, o per il facile allarme degl’interessi municipali, s’opposero all’esecuzione di disegni così provvidi! Le fortificazioni di Casale, le quali sono state la salvezza del Piemonte nell’ultima guerra, ed erano state intraprese dal ministero nell’intervallo delle sessioni, essendogliene parso urgente il bisogno, non vennero approvate che alla maggioranza di due voti. Del rimanente, coteste battaglie parlamentari, come torna ad onore al Cavour l’averle vinte, così torna ad