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rica, egli si è imbattuto in Garibaldi, e avendo provato subito per l’ardito condottiere un sentimento d’ammirazione e di stima straordinario, nulla ha avuto di più premuroso che di mettersi a suo servizio, seguendolo in quelle ardite spedizioni, in cui il futuro vincitore di Milazzo era, nel tempo stesso, un abile e ardito generale e un intrepido e pratico ammiraglio.

Il Bixio fece per molto tempo quella vita piena di rischi e di privazioni indicibili, divenendo così un uomo di guerra a tutta prova, secondato in ciò mirabilmente dal suo carattere irrequieto e ardente, nonchè da un fisico robustissimo e capace di sopportare senza quasi addarsene i più insoffribili disagi.

Quando Garibaldi lasciò il continente americano per salpare verso le patrie sponde, che da tanti anni aveva lasciate e verso le quali tornava carico di gloria e preceduto da una fama ben meritata, il suo luogotenente, il più fido ed inseparabile, Nino Bixio, eragli daccosto e con esso rimetteva piede in Italia.

Il fare la storia del Bixio durante tutto il tempo in cui egli rimase a fianco del sommo suo capo, non sarebbe che il rifare quella del Garibaldi, che noi a suo tempo abbiamo tracciata con tutta quella maggior esattezza ed estensione che la natura del libro nostro poteva comportare. Fu seco in Lombardia, sui laghi, nella fuga in Toscana e in Romagna, dopo la caduta della città eterna.

I prodigî di valore e d’ardimento compiuti dal Bixio durante l’assedio di Roma sono noti ad ognuno e formano uno dei più giusti suoi titoli di gloria.

Quando la Francia, che il Garibaldi ed il suo fedele compagno avevano combattuta così fieramente sotto le mura dei Cesari, stese una mano soccorrevole all’Italia e spedì le valorose sue schiere onde ajutarla a spezzare l’insopportabile giogo dell’Austria, il conte di Cavour fe’ ricerca di Garibaldi, che viveva in disparte e quasi dimenticato, offrendogli il supremo comando di un corpo di volontarî, cui fu dato il titolo, divenuto popolare, di Cacciatori delle Alpi.

Il Bixio fu naturalmente dal suo antico capo e compagno d’armi nominato al comando di uno di quei bat-