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quila a due teste, al Cantù convenne fuggire da Milano, e cercare asilo in Piemonte.

Più tardi si tollerò ch’ei rientrasse, e gli si lasciò, quasi a favor segnalato, introdurre la propria istoria dei Cent’anni in Lombardia.

Venuto l’arciduca Massimiliano a reggere il Lombardo-Veneto, questi fece delle graziosità al nostro storico, il quale forse, ne fu alcun poco lusingato, mentre non si può negare che il principe austriaco, non possieda l’arte difficile (soprattutto pei principi di quella casa), di sapersi guadagnare gli animi.

Il Cantù accettò qualche pranzo, assistè a qualche ricevimento di corte, e tanto bastò per comprometterlo in faccia al partito nazionale lombardo.

Si fu in quel torno, che incominciarono a spargersi le voci, certamente fondate, le quali attribuirono al giovine arciduca, il disegno di distaccare il regno Lombardo-Veneto dall’Impero Austriaco, per erigerlo in Stato autonomo di cui egli avrebbe avuto la sovranità. Si parlava di concedere una costituzione sufficientemente liberale al nuovo ducato, che d’altronde avrebbe volentieri stretti vincoli di amicizia col Piemonte, e con gli altri Stati d’Italia, i quali si fossero avviati con sincerità nella strada del costituzionalismo e del nazionalismo federativo.

Questo progetto, si assicura, fosse stato comunicato al Cantò dal principe stesso, il quale, aggiungesi, avrebbegli dato commissione di studiare quali fossero le impressioni di coloro tra i più ragguardevoli lombardi di sua conoscenza, cui egli lo comunicasse, e di vedere, se fossevi modo, di persuaderli, ad appoggiare un piano, che sembrava offrire probabilità di una realizzazione pronta e sicura.

Il Cantù a cui questa apertura dal lato del principe sembra essere stata fatta immancabilmente, ha egli, sì o no accettato l’incarico di buon grado, e qual uomo persuaso e guadagnato al progetto? e stà che effettivamente, siasi dato attorno nell’intento propostosi dall’arciduca, onde guadagnargli proseliti?

Noi non possiamo in verun modo rispondere a tali domande, nè, sino a un certo punto, sembraci valga