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Della Rocca per far quello ch’egli crederà conveniente nell’interesse dell’ordine che ha l’incarico di mantenere, merita di essere raffrontata con la raccomandazione fatta in un’occasione analoga del giorno innanzi, di prendere i debiti concerti col questore, dipendendo da quell’autorità il dar la disposizione cui la s. V. dee cooperare. (Vedi Lettera del generale Della Rocca al ministro dell’interno, al sindaco e al generale Della Rocca del 22 settembre).

«E se poi si fossero raffrontati testimoni con testimoni, il generale Della Rocca avrebbe udito dalla boca stessa del sindaco che il giorno 22 la Guardia nazionale fu trattenuta al palazzo civico, di concerto col generale Della Rocca, col quale furono sempre prese d’accordo le misure opportune; essa rimaneva sempre a disposizione del generale Della Rocca.

«Infine quanto alla questione degli allievi carabinieri non può ammettersi ch’essi nel giorno 22 fossero ad esclusiva disposizione della Questura; imperocchè in una lettera scritta alle 8 1/4 antimeridiane del giorno 22 al ministro della guerra, il generale Della Rocca annuncia:

«I carabinieri allievi sono stati ritirati di mio ordine» precise e formali parole, le quali attestano ch’egli ritenesse posti ai suoi ordini gli allievi carabinieri insino dalla mattina del 22, e che le istruzioni di non più adoperarli fossero state veramente trasinesse; del che la Commissione d’inchiesta non era venuta in chiaro (Relazione della Commissione d’inchiesta).

«Ecco la testuale lettera alla quale accenniamo:

   «Gran Comando,

«Il 17° rientra in quartiere e rimane il 18º. Ho mandato ordine che il 18° stia ai portici dei ministeri con il battaglione dei bersaglieri, ch’è in piazza San Carlo, il quale verrà col 18° tosto che la Questura sia sufficientemente guardata dalla Guardia nazionale.

«Li carabinieri allievi sono stati ritirati di mio ordine.

«Ecco la posizione delle truppe per oggi:

   18° Piazza Castello;