Pagina:Callimaco Anacreonte Saffo Teocrito Mosco Bione, Milano, Niccolò Bettoni, 1827.djvu/28

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Intorno al simulacro un tempio sorse,
     Di più beltà di quello il Sol non mira,
     Fama per Delfo men griderà forse.
Perchè Ligdami re, come delira
     Ambizione il cor vien che gl’invada,
     Un nugol d’Ippimolghi al tempio tira
Seco dal mar, che la giovenca guada; 10
     Ciò che sopra gli sta cieco non scopre,
     Di Scizia ei più non troverà la strada,
Nè de’ Scitici buoi rivedrà l’opre
     Plaustro, che oppresse la Caistria riva;
     Il favor de’ tuoi strali Efeso copre.
Di Fera e di Munichia amica Diva
     Salve: de’ suoi dispregi Eneo non ride, 11
     Te de’ conviti e sè di gloria priva.
Nullo si avvisi di chiamarla a sfide
     Di cacce e di quadrella; amare e negre
     Furon le sorti del superbo Atride,
E non si attenti alcun le voglie integre
     Assalir della diva: Oto non ebbe,
     E non ebbe Orion le nozze allegre.
Nè la danza animal fuggire uom debbe
     Intorno all’are sue: sia speglio il pianto
     D’Ippo, alla qual di carolare increbbe.
Salve, magna regina, e arridi al canto.


NOTE


(1) Una delle fucine di Vulcano era nell’isola di Lipari.

(2) La presa di questa cerva dai piedi di bronzo fu la quarta fatica di Ercole. ἀέθλιον Ἡρακλῆι ὕστατον quantunque la voce ὕστατον significhi comunemente ultima, ha pure significato di cosa, che ha da venire,