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Pagina:Callimaco Anacreonte Saffo Teocrito Mosco Bione, Milano, Niccolò Bettoni, 1827.djvu/43

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sposata da Giove, poscia fu detta Samo dall’eroe Samo figlio di Anceo Argonauta, che ivi ebbe regno.

(9) Chiara è la traduzione della greca parola Delo.

(10) Emo monte della Tracia. Marte era il Dio più venerato in quelle contrade.

(11) Mimante promontorio dell’isola di Chio.

(12) Auge monte d’Arcadia sacro a Pane. Aonia vuol dire la Beozia. Egialo era quella parte di litorale nel Peloponneso, che giaceva tra gli Elei, e i Sicioni.

(13) Asopo era uno dei due fiumi di Tebe di Beozia. È notabile, che tra tanti commentatori di Virgilio alcuno non abbia scoperto il confronto di quei versi, ove si parla di Anchise toccato dal fulmine, con questo passo di Callimaco.

(14) Melia significa ninfa abitatrice dei frassini: e qui, conforme è l’uso del parlare poetico, si accenna una specie di ninfe pel genere loro. Uno degli ultimi recensori di Callimaco, l’eruditissimo Ernesti, a questo luogo dice così: Multa hic de singulis verbis, et rebus universis disputat Spanhemius, non autem docet quo pertineant hic dicta. Oportet intelligi fabulam de quercu in Helicone excisa eo tempore, quam nondum indagare potui. E non s’è avveduto, che questo è un modo elegante, e figurato di accennare la fuga del monte Elicone.

(15) Plisto fiume di Delfo.

(16) Accenna la strage, ch’egli farà in Tebe dei figli di Niobe e di Amfione re di quella città.