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lettere 389

per conseguenza poi di tutti sofisti: e comminciò l’Italia ad esaminar la filosofia delle nazioni con ragione ed esperienza nella natura e non nelle parole de gli uomini. Io, con questo favore fatto al secolo nostro, ho riformato tutte le scienze secondo la natura e la Scrittura, dui codici di Dio. Il secolo futuro giudicará noi, perch’il presente sempre crucifige i suoi benefattori; ma poi resuscitano al terzo giorno o ’l terzo secolo.

Per tanto, avendo stampato molte opere in questo paese — ove Dio m’ha mandato, credo, per questo fine e non per quel che gli uomini, ignari del secreto fatale, van dicendo — ho ardir d’inviar a Vostra Altezza serenissima il secondo tomo, dove si tratta la filosofia naturale con novo testo, chiaro, breve e forzoso, con le dispute aggionte contra tutti settari del mondo e stabilimento de la filosofia cristiana, idest veramente razionale. Ci va ancora aggiorna la filosofia morale, la politica ed economica, con loro testo novo e questioni come di sopra. Ci aggionsi la Cittá del Sole, idea de ottima republica e di ottima cittá inespugnabile e tanto riguardevole che mirandola solamente s’imparano tutte le scienze istoricamente. Ci aggionsi anche un trattato del governo ecclesiastico.

Nella prima disputa ch’iofo — an sit cudenda nova philosophia, — vedrá la testimonianza del debito di filosofi alla casa medicea; ed io in particolare per le grazie che m’ha fatto il granduca Ferdinando I l’anno 1593, come credo che Laurenzo Osimbardi e Baccio Valori e Ferrante di Rossi n’abbiano lasciato qualche memoria; e per che causa non venni alla lezion in Pisa, come Sua Altezza mi commandava e ’l padre Medici ne sa l’istoria, di chi mi dispiace che sia passato tanto presto all’altra vita. Vederá in questo libro Vostra Altezza che in alcune cose io non accordo con l’ammirabile Galileo, suo filosofo e mio caro amico e padrone da quando in Padua mi portò una lettera del granduca Ferdinando: può star la discordia delli intelletti con la concordia delle volontá d’ambidui, e so ch’è uomo tanto sincero e perfetto che averá piú a piacere l’opposizioni mie — del che tra me e lui c’è scambievole licenza — che non delle approbazioni d’altri.