Pagina:Canti (Leopardi - Donati).djvu/30

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20 i. canti

155allobrogo feroce, a cui dal polo
maschia virtú, non giá da questa mia
stanca ed arida terra,
venne nel petto; onde, privato, inerme,
(memorando ardimento!) in su la scena
160mosse guerra a’ tiranni: almen si dia
questa misera guerra
e questo vano campo all’ire inferme
del mondo. Ei primo e sol dentro all’arena
scese, e nullo il seguí, ché l’ozio e il brutto
165silenzio or preme ai nostri innanzi a tutto.

     Disdegnando e fremendo, immacolata
trasse la vita intera,
e morte lo scampò dal veder peggio.
Vittorio mio, questa per te non era
170etá né suolo. Altri anni ed altro seggio
conviene agli alti ingegni. Or di riposo
paghi viviamo, e scorti
da mediocritá: sceso il sapiente
e salita è la turba a un sol confine,
175che il mondo agguaglia. O scopritor famoso,
segui; risveglia i morti,
poi che dormono i vivi; arma le spente
lingue de’ prischi eroi; tanto che infine
questo secol di fango o vita agogni
180e sorga ad atti illustri, o si vergogni.