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addio a giuseppe verdi 93

     De le Sfingi il paese e lo feconda,
     Dai tranquilli recessi, ove ritorni,
     I popoli consola. Or non invano85
     Tanto al poter de l’armonia concede
     L’età che volge. Ricordanza è forse
     De le stelle perdute, e al cor de l’uomo
     Soave sì la Musica favella,
     Come soave a l’esule risona90
     L’idioma natio; forse ch’è l’eco
     Del novissimo accento, onde Iehòva
     A l’argilla parlò, divino accento,
     Che fra le sparse lingue ancor si aggira
     Sconfinato, profondo,95
     E la lingua natia ricorda al mondo;

Certo, una nota per diverse prode
     Tutte genti commove: e mentre assiso
     Ne’ lucidi teatri il sapïente
     Secol civil batte le palme e piange,100
     Balza il selvaggio da le sue foreste
     Di quella nota a l’eco, e ignoti climi,
     Scolorando, sospira. I monti e i mari
     Fulmina il Foco e i limiti divora;
     L’Elettrica favilla omai si è fatta105
     Veicol del pensiero, a cui somiglia;
     E d’ogni lito si ricerca a prova
     La disgregata umanità, presiede
     La Musica a gli amplessi, e li provoca,
     De l’universo amore eco infinita;110
     E là, donde ella spira,
     Più l’uom gl’innamorati occhi rigira!