Poi che in profondi armoniosi accenti
Parlava ei stesso il Sempiterno Ardore,
Soave ombrando del più nobil velo
L’amor che l’alme rimarita al cielo.
E vanamente in peregrine aiuole25
Veder la rosa di Saronne estimi
Bella e ingenua così, com’esser suole,
Fra le carezze de’ suoi molli climi!
Rendete il cedro d’Oriente al sole,
Perch’ei la chioma a l’etere sublimi;30
Rendete il cedro a la natĺa pendice,
Chè mal su l’Alpi ei metteria radice!
Pur disïai, ne l’universe feste
Di Lei ch’è detta Immacolata ognora,
Coll’itale viole insiem conteste35
Offrir le rose di Saronne ancora.
Pur disïai da l’intime foreste,
Che il roseo ciel dell’Oriente irrora,
Qualche ramo di cedro almen rapito
Qual simbolo augurale al sacro rito.40
Più cara forse ai firmamenti arriva,
Resoluta in vapor, l’araba stilla
Quando d’aurei turiboli deriva,
Che quando fuma da modesta argilla?
La luccioletta, che per l’ombra estiva45
In discorrenti palpiti scintilla,
È men cara a l’Eterno e men gioconda
Del sol, che i cieli di sua luce inonda?