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IL MENESTRELLO




Sovra l’onda di un secolo sbattuto
     Dal turbine crudel della sventura:
     Come fiore fra triboli cresciuto
     Chiesi un’arra di pace alla Natura:
     Il Vangelo, la donna, ed il liuto,5
     E un’alma ardente per virtù sicura
     M’ebbi dal ciel. Con questo don fu bello
     Soffrire ed esultar pel Menestrello.

Da chi nacqui? Come atomo disperso
     Nel vortice degli esseri commossi,10
     Indifferente al nulla e all’universo;
     Dal nulla all’universo, io mi riscossi
     Chè simile alla tomba d’un perverso
     Fu la cuna ove il pargolo corcossi
     Senza nenia materna.... la più pura15
     Prima Armonia che all’uom manda Natura.

Vissi frattanto, vissi — In ogni ciglio
     Chiedeva un motto che parlasse Amore.
     Non misero, non orfano, non figlio,
     Pigre sul capo mio rotavan l’ore.20