Fra i miei sogni per uso a consolarmi,105
Nè un palpito nel cor più mi solleva,
Nè lagrima dal ciglio altra mi spreme,
Nè sul labbro m’evoca una dolente
Fuggitiva armonia, chè inaridita
È la vena del canto entro al cor mio,110
Per sempre! Credi, o giovinetto: io stesso
Con un sorriso sconsolato ammiro
Questa grama elegia, cui sol potea
Ispirarmi l’amor, che a te mi lega;
Fraterno amore, un di quei pochi affetti115
Sopravvanzati nella gran fortuna
Al mio naufrago spirto. E se non fosse
Che un tanto amor mel vieta, anzi che nati
Questi pallidi versi andrian perduti
Miseramente colle mie speranze.120
Riedo talor sovra me stesso e guardo
La mia morte mental: ne piango e tento
Ricondurmi la vita entro al pensiero.
Le mie memorie violento evoco
A schierarmisi innanzi, e mi combatto125
Con fitte larve. Le montagne ascendo
Quando la notte imbruna, e scapigliato
Urlo ai campi tacenti, all’aure, all’onde.
Mi volgo al ciel, che s’inazzurra e ride
Tutto stelle e speranza; indi lo sguardo130
Da l’alto avvallo a la campagna, e miro.
Ondeggiar le foreste innanzi al vento.
E il sen mi abbranco colla man convulsa,