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il cantico dei cantici 301



sposa


                                        L’amico mio
     Ne l’orto, a l’aja de gli aromi, è sceso;

Ove si pasce di sue frutta, ed ove
     Gigli raccoglie: io gli appartengo, ed egli,
     Che la greggia fra’ gigli a pascer muove,
     A me pertiene: il mio Diletto è quegli!

sposo


Come Tirsa sei bella, Amica mia,
     Vaga come Sïonne, e sei tremenda,
     Com’oste in campo! Oh, le pupille svia,

Che sì fiso il tuo sguardo in me non scenda!
     Chè innanzi al lampo de la tua pupilla
     Traportato e deliro il cor mi brilla.



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