Di enormi massi, in numero eguaglianti105
Le tribù d’Israëllo, i sorteggiati
Pingui omenti v’impose — indi il recinse
Di cristallina acqua corrente, e d’onda
L’irrigò meditando. Era silenzio
Di tomba al monte — e gli angeli, sospesi,110
Da zendado invisibil redimiti,
Cingean l’altar, riconfortando il core
Del pensoso Profeta — Ei da l’altura
La Palestina contemplando, e in mente
Mille etadi agitando, a Dio si volse,115
E con sonante e libera parola
Chiamò lo spirto de l’Eterno a morte
Dell’idolatra — La preghiera appena
Dal santo labro uscia, che giù dal Cielo
Cadde trisulca ruïnosa vampa,120
Che altare, e carni, ed erbe, e polve, ed onde
Divorò men che vista!... Allor sentissi
Tentennar la montagna, ai sacerdoti
Di Baal fu morte, e in tenebrosa ecclissi
Si tinse il Ciel — lenta venia frattanto125
Nuvoletta dal mar, che indi si ruppe
In tuoni, in lampi, in grandini e procella....
Ed udissi una voce «io sono il vero
Sacerdote di Dio! Sieguimi Acabbo!»
Ed il Profeta con rubusta lena130
Correa d’innanti a la tempesta! — Oh quali
Sul Carmelo segnava orme profonde
Il mendicante di Sarepta!... a quanta
Tremenda lotta d’inimiche idee