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XXXIV prefazione

tevo dar forma al mio pensiero coi medesimi suoi versi:

             Oh Grecia! Oh come
     Altra volta esultai nella speranza
     Di vagar su’ tuoi monti e consolarmi
     De’ tuoi limpidi soli! Oh come forte
     Il cor batteami al desolato carme
     Del britanno cantor, che lamentava
     Te fortissima donna estinta e bella!
     E quante volte dalle bruzie rupi
     Con insania d’amante il guardo intesi
     Lontan lontano oltre i cerulei campi
     Di questo mar come a vederti1.

Lo stesso mi accadde vedendo sorgere dalle acque, ancor più luminosa che non me la fossi mai figurata nel pensiero, Zante; quella Zante che si specchia nell’onde

     Del greco mar, da cui vergine nacque
     Venere, e fea quell’isole feconde
     Col suo primo sorriso.2


Oh nido di pace, a cui il Foscolo, esule e

  1. Epistola a Giuseppe De Blasiis, pag. 209. Fu scritta il settembre del 1857, come si rileva dallo stesso autografo.
  2. Foscolo, Sonetto: A Zacinto.