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al mare jonio 9

Talor, quando la notte alta più vola,215
Per queste onde deserte ascolti il grido
Del barcaiuol che trafficando in mare
Da Taranto a Cotrone apre le vele.
Ed or che passo e canto una indistinta
Da l’acque esala melodia soave,220
E aleggia intorno al mio naviglio. Ah forse
Tu sei, Calipso solitaria, errante
Su questi flutti, a te sì cari? O questa
Forse è la ricorrente eco del canto,
Cui da l’aerea rupe ultimo sciolse225
Saffo infelice, allor che volta ai cieli,
E date a l’aure le riverse chiome
In grembo a le pietose acque disparve?
O tu sei che rivieni ai molli climi
Di Zacinto materna, ombra del fiero230
Foscolo mio? Tua lunga ansia, tuo lungo
Disperato sospir questi sereni
Spazi di cielo erano un dì fra i nembi
D’Albïone! Ti allegra, anima ardente!
Sovra i colli di Zante arde peranche235
L’ira de’ carmi, e di tua mente un raggio
Di Sòlomos nel petto inni profondi
Spira. Chi mai, chi non saria poeta
Su queste piaggie, ove abitò colui,
Che l’armonia de’ firmamenti intese?240

VIII


Qui Pitagora eterno, allor che l’empio
Pugnal Crotonïate incontro al santo