Pagina:Canti di Castelvecchio.djvu/123

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passeri a sera 107


Pure il tuo male mai non fa male:
quelli che copre l’invida zappa,
poi, col frinire delle cicale,
mettono un gambo, fanno una rappa:

che poi ci sgrani... Dal male il bene:
bene che nasce, male che fu —

Ma già i minori dormono. Soli
vegliano i vecchi. C’è chi sospira:
— Ahimè! talvolta di noi ti duoli!
Sei giusto, eppure grave nell’ira.

Or che i novelli tengono i capi
sotto le alucce, vicino al cuore,
lo dico, mentre tacciono l’api,
le mosche, i ragni, tutto: si muore!

Tu ci vuoi bene, certo... ma il bene
tuo lo vorremmo per un po’ più... —

È già nell’ombra tutta la valle:
sui monti un raggio trema del giorno.
Già le notturne grandi farfalle,
coi neri teschi, ronzano intorno.

— Oh! quel diluvio con che noi vivi
tu pigli, grandi, piccoli, troppi!
Oh! quel baleno con che ci arrivi
fino su l’alte cime dei pioppi!

Ma da te viene ciò che ci piace:
forse anche questo ci piacerà —