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DELL'ANTHROPOLOGIA

dato ambasciadore, stimando più la gloria del rifiutar gli ampli doni che la ricchezza d'havergli. Cosi quella Republica, della qual non fu, ne sarà mai la più florida, infino che non conobbe le dilicatezze d'oltre mare, et de lontani paesi, senza alcuna discordia diede leggi quasi a tutto 'l mondo. Ma poi che soggiogata la Macedonia, l'Asia, la Soria, et l'Egytto cominciò à gustar le morbidezze peregrine; rivolte l'arme in se stessa, tutta si diede precipitosa nel vitio. Ma per non parlar sempre de Romani; noi veggiamo ogni giorno che niuna cosa è più nemica alla virtù, et à boni costumi, che le ricchezze soverchie: le quali Democrito giudicava essere stolte: Heraclito misere: frivole Diogene: Crate philosopho come gravi, et piene d'impaccio gettò nel mare: i veri Christiani hanno sempre stimate dannose et pestifere. Et veramente le ricchezze ci fanno si otiosi, et pigri, et tanto ci inchinano alla lussuria, che quei che sono ricchamente nodriti, rare volte adviene che non siano molli et effeminati, non toleranti di fatiche, nemici degli studi delle lettere, dell'arme, et d'ogni altra arte liberale. Oltra che a Christo disse nell'evangelio; Impossibile esser al ricco entrar nel regno del cielo; del quale molti cosi poco si curano, come se nella gola, nel sonno et negli altri diletti mondani fosse la beatitudine riposta. Quantunque le ricchezze, disse il Musicola, l'huomo felice non facciano; nientedimeno molto giovano: et parmi che Peripatetici saviamente volessero co beni dell'animo esser congiunti quei della fortuna. conciosiacosa che senza robba l'huomo patirebbe molti disagi: et massimamente infermando, mal'potria