Pagina:Capella - L'anthropologia, 1533.djvu/129

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LIB. III.

non meno che Gnatone, et Philosseno Siciliani volentieri vomiteriano: accio che essendo à gli altri à schifo essi soli mangiassero le vivande: se non havessero dubbio, che poscia non gli fosse lecito il tornarvi. Ne di gran laude parmi degna la Musica: in cui à voi Musicola par consistere tanta dilettatione; ma molto m'incresce il biasimarla: comprendendo tra le altre arti esser à voi gratissima. Anzi io desidero, disse egli, intender cio che contra se le possa dire, per conoscere huomai il mio poco frutto di tanti anni. Se adunque per aventura, soggiunse messer Lancino, le ragioni mie vi parrano deboli, più vi infiammerete à seguitarla: vedendo essere stata in me più volontà, che facultà di dirle contra. Ma come si sia: considerando i pericoli, i travagli, et le molestie che d'ogni'ntorno continovamente ci sopravengono, la Musica à mio aviso è cosa non solamente non dilettevole, ma noiosa. Percioche come importuno sarebbe, chi nell'essequie d'alcuno volesse i parenti, et gli amici à pianger condotti con suoni, et canti rallegrare: cosi quelli che vogliono disviarne per diletto si frale da pensare alle miserie, et à casi nostri, à me paiono et fastidiosi, et poco savi. Et nel vero, se pur in cotale arte è alcuna dilettatione, niuna è minore: appartenendo il piacer suo solamente à gli orecchi: il senso de quali è il men necessario, et più imperfetto che sia nell'huomo. Oltra che io ho conosciuti molti, à quali non solo la Musica non dava trastullo, ma gli induce maninconia: et d'altri uccelli assai più soavi di qualunque voce de Musici: i quali odo più volentieri che Musicola