Pagina:Capella - L'anthropologia, 1533.djvu/143

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LIB. III.

duto à persone, che gli hanno traditi. Ne sarebbono ogni di tanti huomini fatti prigioni, morti, et con si diversi modi ingannati, se non vi fosse fede: dalla quale non solamente gli huomini semplici, et di grossa pasta, ma gli scaltriti non si sano schermire. Ne men dannosa è la fede, che in Amore si richiede. La infelice Arianna havendo nelle promesse di Theseo fede, nella deserta isola si trovò annandonata: Menelao, che nell'hoste suo Paris si fidava, ma più nella non pudica moglie Helena, lontanatosi di casa pruovò quanto fosse dannoso il creder troppo. Rade volte adiviene che chi non si fida resti ingannato: et in cio io stimo molto sventurate le donne, che troppo credono alle larghe promesse degli amanti: et quasi non più si sente d'altra materia ragionare, che di quelle che ogni giorno si truovano non tanto beffate, ma vituperate, hor da questo, hor da quello per troppo credere. La fede etiandio che le incantatrici et streghe hanno nelle lor opre diaboliche, le conduce ad infinite sceleragini: senza la quale à questa madre non sarebbe rapito delle braccia il fanciullo: à quel figliuolo non sarebbe asciutto il sangue, mentre nella culla dorme. Quel povero pastor non vedrebbe le belle peccore in mezzo de verdi prati magre divenire. I popoli di Thessaglia non starebbono maravigliosi vedendo mancare la rotonda Luna nel cielo. Alla fede è prossima la speranza: et fuor che nel nome, non vi è quasi differenza veruna. Ma come si sia: niuna cosa è più leggiera della speranza, edificata nell'aria, senza alcun fondamento. Questa è cio che ci fa sproveduti in ogni male incorrere: et se le donne più sperano, che gli huomini,