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LE ARANCE D'ORO. | 33 |
Ma il giorno appresso, quello, cocciuto, ritornava:
— Maestà, volete davvero il cardellino? Promettetemi la mano della Reginotta, e in men di tre giorni l’avrete. —
Il Re, stizzito, chiamò una guardia e lo fece condurre in prigione.
Intanto ordinava si facesse attorno all’albero una rete di ferro; con quelle sbarre grosse, non c’era più bisogno di sentinella. Ma quando le arance furon mature, una mattina va in giardino...; l’arance d’oro non c’eran più.
Figuriamoci la sua collera! Dovette, per forza mettersi d’accordo con quel contadinotto.
— Portami vivo il cardellino e la Reginotta sarà tua.
— Maestà, fra tre giorni. —
E prima che i tre giorni passassero era già di ritorno.
— Maestà, eccolo qui. La Reginotta ora è mia. —
Il Re si fece scuro. Doveva dare la Reginotta a quello zoticone?
— Vuoi delle gioie? Vuoi dell’oro? Ne avrai finché vorrai. Ma quanto alla Reginotta, nettati la bocca.