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fata fiore 103


di gala, proprio quelli trovati dalla zoppina su la seggiola in camera sua.

— La ladra è lei! La ladra è lei! — urlava la sorella maggiore.

Ma le guardie le acciuffarono tutte e due, e le condussero in carcere, La zoppina neppure piangeva; guardava attorno, stupefatta. L’altra pareva impazzita:

— La ladra è lei! La ladra è lei! —

Nella prigione, le chiusero in due stanze separate.

La zoppina, al buio, pregava a mani giunte:

— Ah nonnina, nonnina, pensateci voi per me!

— Ci penserò io! Ci penserò io! —

Si volse dalla parte d’onde la voce veniva e, nel buio, vide il fiorellino rosso che luccicava come un pezzettino di carbone acceso. A poco a poco quel luccichio crebbe, crebbe, illuminò tutta la stanza, e fra lo splendore comparve una bellissima donna che non toccava terra coi piedi, e pareva fatta tutta di luce, carni e vestiti.

— Sono fata Fiore; mi chiamano così perchè un mese son creatura vivente e un mese fiore: è il mio destino. Tu mi hai raccolto, mi hai ripulito, mi hai rimutata l’acqua due volte