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l'ago 229

Per abitudine, ogni mattina il sarto, aperta la botteguccia, si metteva a sedere davanti la porta con le mani in mano, aspettando gli avventori che non comparivano, e al suo solito canterellava.

Un giorno passa una signora, che vicino a lui si china e raccatta da terra un ago lucente:

— Quest’ago è vostro, buon uomo.

— Grazie. Che debbo farne? A cucire non ci vedo più.

La ragazza, sentendo parlare, s’era affacciata alla porta.

— Prendetelo voi, bella figliuola.

— Non ho braccia, signora mia.

— Ve l’appunto sul busto; è un buon ago.

Il vecchio disse:

— Biscotto a chi non ha denti. Così va il mondo!

— Allegro, compare!

Il mal tempo se n’è andato,
Il bel tempo è già arrivato.
Zun! Zun! Zun!

La signora, ridendo, scantonò e sparì.

Poco dopo, ecco un avventore con in mano una giacca vecchia, tutta strappi e buchi: