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152 il cortegiano


lasciato una parte che al principio nominaste, che son le burle; e di ciò non è buono che questa compagnia sia defraudata da voi. Ma sì come circa le facezie ci avete insegnato molte belle cose, e fattoci audaci nello usarle, per esempio di tanti singolari ingegni e grand’uomini, e principi e re e papi, credo medesimamente che nelle burle ci darete tanto ardimento, che pigliaremo segurtà di metterne in opera qualch’una ancor contra di voi. — Allora messer Bernardo ridendo, Voi non sarete, disse, i primi; ma forse non vi verrà fatto, perchè omai tante n’ho ricevute, che mi guardo da ogni cosa; come i cani, che, scottati dall’acqua calda, hanno paura della fredda. Pur, poichè di questo ancor volete ch’io dica, penso potermene espedire con poche parole.

LXXXV. E parmi che la burla non sia altro, che un inganno amichevole di cose che non offendano, o almen poco; e sì come nelle facezie il dir contra l’aspettazione, così nelle burle il far contra l’aspettazione induce riso. E queste tanto più piacciono e sono laudate, quanto più hanno dello ingenioso e modesto; perchè chi vuol burlar senza rispetto spesso offende, e poi ne nascono disordini e gravi inimicizie. Ma i lochi donde cavar si posson le burle son quasi i medesimi delle facezie. Però, per non replicarli, dico solamente, che di due sorti burle si trovano, ciascuna delle quali in più parti poi divider si poria. L’una è, quando s’inganna ingeniosamente con bel modo e piacevolezza chi si sia; l’altra, quando si tende quasi una rete, e mostra un poco d’esca, talchè l’uomo corre ad ingannarsi da sè stesso. Il primo modo è tale, quale fu la burla che a questi di due gran signore, ch’io non voglio nominare, ebbero per mezzo d’uno Spagnuolo chiamato Castiglio. — Allora la signora Duchessa, E perchè, disse, non le volete voi nominare? — Rispose messer Bernardo: Non vorrei che lo avessero a male. — Replicò la signora Duchessa ridendo: Non si disconvien talor usare le burle ancor coi gran signori; ed io già ho udito molte esserne state fatte al Duca Federico, al Re Alfonso d’Aragona, alla Reina donna Isabella di Spagna, ed a molti altri, gran principi; ed essi non solamente non lo aver avuto a male, ma aver premiato largamente i burlatori. — Rispose