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laudi di donne; ed intendere di molte Spartane; che hanno avuta cara la morte gloriosa dei figlioli; e di quelle che gli hanno rifiutati, o morti esse medesime; quando gli hanno veduti usar viltà. Poi, come le donne Saguntine nella ruina della patria loro prendessero l’arme contra le genti d’Annibale; e come essendo lo esercito de’ Tedeschi superato da Mario, le lor donne, non potendo ottener grazia di viver libere in Roma al servizio delle Vergini Vestali, tutte s’ammazzassero insieme coi lor piccoli figliolini; e di mille altre, delle quali tutte le istorie antiche son piene. — Allora il signor Gasparo, Deh, signor Magnifico, disse, Dio sa come passarono quelle cose; perchè que’ secoli son tanto da noi lontani, che molte bugie si posson dire, e non v’è chi le riprovi.

XXXIV. Disse il Magnifico: Se in ogni tempo vorrete misurare il valor delle donne con quel degli uomini, trovarete che elle non son mai state nè ancor sono adesso di virtù punto inferiori agli uomini: chè, lasciando quei tanto antichi, se venite al tempo che i Goti regnarono in Italia, trovarete tra loro essere stata una regina Amalasunta, che governò lungamente con maravigliosa prudenza; poi Teodelinda, regina de’ Longobardi, di singolar virtù; Teodora, greca imperatrice; ed in Italia fra molte altre fu singolarissima signora la contessa Matilda, delle laudi della quale lasciarò parlare al conte Ludovico, perchè fu della casa sua. Anzi, disse il Conte, a voi tocca, perchè sapete ben che non conviene che l’uomo laudi le cose sue proprie. — Soggiunse il Magnifico: E quante donne famose ne’ tempi passati. trovate voi di questa nobilissima casa di Montefeltro! quante della casa Gonzaga, da Este, de’ Pii! Se de’ tempi presenti poi parlare vorremo, non ci bisogna cercar esempii troppo di lontano, che gli avemo in casa. Ma io non voglio ajutarmi di quelle che in presenza vedemo, acciò che voi non mostriate consentirmi per cortesia quello che in alcun modo negar non mi potete. E, per uscir di Italia16, ricordatevi che a’ di nostri avemo veduto Anna regina di Francia, grandissima signora non meno di virtù che di stato; che se di giustizia e clemenza, liberalità e santità di vita, comparare la