Pagina:Caterina da Siena - Epistole, 1.djvu/102

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a due anni da Urbano VI1, essendo a quell’ora vescovo di Nocera e non di Lucera, come ha scritto il Ciaccone e vicario generale dell’Umbria) qui tunc ibidem pro ecclesia residebat, habui oraculo vive vocis, ipso cum stupore mihi narrante, quod sentiebat, quod Gregorius XI qui tunc cun magna anxietate in partibus illis expectabatur, veniebat omnino, et æstimabatur quod mediante quadam Catharina de Senis hoc fiebat2. Prosegue di poi a mostrare di niun peso essere le accuse mosse contro la santa a titolo dello scisma nato non tanto pel ritorno del pontefice, quanto dal male animo de’ cardinali francesi e dal tumulto de’ Romani. Ma se pel semplice scoprimento del voto fatto, non volle il Caffarini recare questo vanto a santa Caterina d’aver ella tratto il pontefice a Roma, certamente non può negarlesi a cagione delle sue lettere, le quali di sicuro non ebbe egli in vista, quando ciò scrisse. Leggansi le prime dieci scritte a Gregorio, ed in ciascuna d’esse vedrassi, che la santa su questo punto del viaggio d’Italia non mai si resta di tornare colla penna, stimolando continuo con ragioni potentissime a vincere tutte l’opposizioni per quanto gagliarde si fossero. In più di queste favella essa a dir vero del proponimento già fattone da Gregorio, e della promessa già fattane a più signori; ma ciò non monta nulla, dacchè le speranze avutesi si rimaneano nel paro fiore, disperandosene oramai il frutto; onde, se non ella gli pose in mente il pensiero di venirne, glielo fe’ porre dopo le molte in effetto colla venuta. Il Maimbourg per altro, a dir poco, non de ’più favorevoli alla nostra santa, confessa questa verità, favellando di questa mossa in questi termini. Et sur tous les pressantes, et continuelles sollicitations de sainte Catherine de Sienne se resolut enfin de la restablir a Rome3. Odasi in ultimo l’abbate Ughelli, le cui parole meritano bene di essere qui rapportate a gloria della santa, e sono le seguenti favellando di Gregorio: Cujus quidem in Italiam pontificis reditum maxima pars laudis in Catharinam Senensem redundat, quæ ingenti ausu iens, rediensque pontificem impulit tandem, ut rediret, suoque adventu et mala discuteret, que ex pontificum abscessu fedissime totam Italiam occupaverant; ut jam minus mirandum fit, eos, qui recte seribunt, et sapiunt dixisse Catharinam Senensem virginem Deo votam apostolicam sedem suis humeris iterum reportasse4. A memoria perpetua di tanta impresa condotta per essa a felicissimo fine nella sala del palazzo apostolico, vedesi effigiata col pennello questa vergine, nel rappresentarvisi il ben avventurato ritorno di Gregorio: e per gratitudine del beneficio fatto a Roma si fece esprimere collo scarpello dal popolo romano la sembianza di santa Caterina in marido, come in atto d’accogliere il pontefice nell’ingresso solenne, che fe’ in quella città, allorchè indi a parecchi anni innalzò a Gregorio un sepolcro magnifico nella

  1. Ughel. It. Sacr. T. 1, col. 1122.
  2. In Vit. Urb. VI. Col. 979
  3. Hist. du grand Schis. d’Occid. 1. 1, pag. 11.
  4. Ital. Sacr. Tom. 1, col. 45.