Pagina:Caterina da Siena - Epistole, 1.djvu/146

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io8 In divina grazia. Sicché Dio è somma ed eterna fortezza, e chi sia in carità sta in Dio, e Dio in lui, perocché Dio è carità (i. Jo. 4 )-Adunque l’anima vestita di questo vestimento, perchè ella sta in Dio, siccome detto è, non è veruna cosa, nè fatica, nè veruna tribolazione, ch’el possa vincere, anzi dentro le fatiche si fortifica, provandosi in lui la verità della pazienzia e i colpi delli iniqui miserabili amatori di loro non vi offenderanno, l’affetto dell’anima vostra non atterreI ranno, nè la sposa della santa Chiesa, perchè non può venire meno, perchè l’è fondata sopra la viva pietra Cristo dolce Jesù. A cui nuoceranno questi colpi? a loro medesimi, santissimo e dolcissimo padre; che lì gittano: queste sciotte e saette (Z?) avvelenale torneranno a" loro; in voi percuotono solamente la corteccia e veruna altra cosa, non dandovi amaritudine e danno per lo scaldalo ed eresia che hanno seminata nel corpo mistico della santa Chiesa. Dilatatevi nella dilezione, dolce della carità senza veruna dubitazione, ma conformatevi e confortatevi col vostro capo dolce Jesù, il quale sempre dal principio del mondo insino all’ultimo, ha voluto e vorrà, che veruno grande fatto si facesse mai senza il molto sostenere; adunque senza timore veruno vi gittate tra queste spine col vestimento forte della carità. Oimè, oimè, non allentate li passi per queste fatiche, in veruno modo temete la vita del corpo vostro, cioè, che voi temiate di non perderla, che Dio è quello che è per voi, e se bisogna dare la vita, volontariamente si debbe dare. Oimè, disavventurata l’anima mia, cagione di tutti questi mali: ho inteso che li dimonj incarnati hanno eletto, non Cristo in terra, ma fatto nascere anticristo (C) c.oulra voi Cristo in terra, il quale confesso e non lo niego, che sete vicario di Cristo, che tenete le chiavi del cellajo della santa Chiesa, dove sta il sangue dell’immacolato agnello, e che voi sete d ministratole a mal grado di chi vuole dire il contrailo, cd a confusione della bugia, la quale Dio confonderà colla dolce verità sua,