Pagina:Caterina da Siena - Epistole, 2.djvu/145

Da Wikisource.

145

AD UN MONACO DELLA CERTOSA

ESSENDO IN CARCERE.

I. Avendo inteso le molte tribolazioni in cui trovavasi, l' esorta a sopportarle pazientemente, e consolarsi colla memoria dell’amore e de’ patimenti di Gesù Cristo, ed in oltre col riflettere ai proprj peccati. II. Che non dobbiamo abbandonarci nelle tentazioni, ma ricorrere a Dio e confidare nella di lui misericordia, dalla quale ci vengono solo per nostro bene.

$lztUxu 84* Al nome di Jesù Cristo crocifisso e di Maria dolce.

voi, dilettissimo e carissimo fratello in Cristo Jesù. Io Catarina, serva e schiava de’ servi di Dio, scrivo e contortovi nel prezioso sangue del figliuolo suo, con desiderio di vedere il cuore e l’anima vostra unito e trasformalo nel consumato amore del Figliuolo di Dio; perocché senza questo vero amore non possiamo avere la vita della grazia; nè portare 1 pesi con buona e perfetta pazienzia; e questa vera carità non veggo, carissimo fratello, che possiamo avere, se l’anima non raguarda lo inestimabile amore che Dio ha avuto a lui, e singularmente vederlo svenato in sul legno della santissima croce, dove solo l’amore 1 ha tenuto confitto e chiavellalo Dicovi, carissimo fratello, S. Celerina. Opere, T IV . io