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Annotazioni alla Lettera 130.

.. t (A) Frale Antonio ila ftura, religioso ancor esso agostiniano, e del saqro eremo di Leccalo, fu carissimo a questa santa Tergine, ed uno dei suoi fedeli discepoli. Era egli della città di ?mzi, che posta di qua dal fiume Varo, ma di là dalle Alpi, rimane in conlesa se spetti all’Italia, o pure alla Francia. Fu compagno nella solitudine e nell’anslerila del vivere a Fia Guglielmo, come ce n’assicura ser Crisloforo di Gano più volle allegato; onde e tifo fu in alta stima di consumata perfezione alle genti, e morto Panno 13Q2, ebbe l’onore d’essere appellato bealo dai suoi religiosi. Tre letlere scritte ad esso da santa Caterina s’hanno, essendo però l’una d’esse comune anche a Fra Guglielmo, e d’esso la santa favella in altre non poche. La presente lettera tro»asf nell’antiche impressioni posta due volte, cioè al numero 7 1 eil al numero m, con fallo strano, singolarmente, se chi si tolse la cura d’adunarle per In stampa, .*i faticò intorno per venti anni, come ne assicura nel primo foglio di quell’opera della impressione d’Aldo; giacché non questo iP unico in cni cadde, atendone trovate altre otto replicate per puro abbiglio. La lettera settantesima prima non variava dalla cenloquarantuna, che nel suo titolo, poiché ove in questa leqgeasi:l nome di frate. Antonio, in quella vedeasi scritto don Antonio senza »ernn altro agomhto, onde quasi egli fosse un monaco, era la lettera posta tra quelle dirizzate a diversi monaci. Ma che di venta non sia essa scritta ad alili fuorché a questo religioso eremitano sarj chiarissimo a chiunque inchinerà gli occhi a leggerla vergendo, ed avere essa connessione colla lettera centovent »ette inviata a frate Antonio ed a Fra Guglielmo, e che anzi sembra la presente lettera scritta al bisogno di Fra Guglielmo, che per necessità che n’avesse frate Antonio, essendone la parte rnagg-ore discesa a riprensione di quello.

(lì) Siccome faceva il glorioso sant’ Antonio. Gli adduce "n esempio sant’Anton’o abate, coi egli assimigliavasi nel nome e nella vita di romito. Questo gran santo a dare ajoto a cri stia o. perseguitati da’ nemici di nostra religione n’ando ’n Alessandria, «bbandonando la solitudine, come narrasi nella sua Leggenda al capitolo decimequinto.

„ (C) Partii* secondo la lettera, che frate Guglielmo m ha mandata, che nè egli-, nè voi ci vernate. Agl’inviti fatti a Fra Guglielmo dalla santa colla lettera 12.7 a?ea questi risposto ricasando d’ uscire dalla solitudine per andarne a Roma, e di questo stesso sentimento era pur anche frate Antonio. ?iè dovrà sembrare altrui strano, che in ciò non s’accordassero la santa e questi buoni religiosi, essendo già a tutti note le dissonanze ne’sentimenti tra s. Pietro e s. l*ao■S.

Caterino. Opere. T. V.. 14