Pagina:Catullo e Lesbia.djvu/149

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di alcuni traduttori di catullo. 143

tica; chiamiamola un impiastrò di zucca o di semi di lino, e saremo d’accordo.

pastore.

Ed io ho l’onore di dirle, che lei è un impertinente, e che la sua critica non basta a intaccar per nulla la mia reputazione:

                    Quid dentem dente juvabit
Rodere? Carne opus est, si satur esse velis.

autore.

Vuol dire che il suo Catullo è tutt’ossa? Seppelliamolo dunque, e mi lasci in pace. (Il Pastore va via borbottando.)

Ehi, di casa....

autore.

Passi pure, si accomodi. In che posso servirla?

lanzi

(entrando in punta di piedi, e facendo quattro inchini ai quattro angoli della stanza).

Scusi, sa; forse la disturbo, ma io vorrei farle osservare, sottomettere al suo luminoso giudizio....

autore.

Dica su, dica su; meno preamboli.

lanzi,

Prima di tutto lei ha fatto benissimo a trattar male il Pastore....

autore.

Ah! sarebbe anche lei?...

lanzi.

Un modesto traduttore di Catullo, per servirla.