Pagina:Catullo e Lesbia.djvu/301

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annotazioni. 295


Gnido fu famosa per la Venere di Prassitele; i Greci vi andavano in pellegrinaggio per adorarla. I pellegrini d’adesso si contentano della Madonna di Loreto e di Notre— Dame de la Salette. L’arte era allora una religione; ora la religione è un’arte, anzi un mestiere.


Pag. 190.          Quæque Dyrrachmm Adriæ tabernam.

Durazzo, anticamente Epidamno, città della Mace* donia con porto sull’Adriatico, detta dai Romani Dyrrachium per la scabrosità della sua posizione, fu fondata da una colonia di Corinti e Corcirei circa il 627 avanti l’èra volgare. La disputa relativa ad essa fra Corcira e Corinto diede origine alla guerra del Peloponneso. Fu teatro della contesa fra Cesare e Pompeo; ebbe grande importanza commerciale sin da un’epoca remota; Lucano la descrisse in bei versi; Plauto ne infamò gli abitatori, posti sotto la protezione di Venere, e ce li diè per voluttuosi, beoni, bugiardi. Ecco i suoi versi:

Nam ita est hæc hominum natio hic Epidamnia.
Voluptuairii atque potatores maxumi.
Tum Sycophantæ et palpatores plurimi
In urbe hac habitant; tum meretrices mulieres
Nusquam perhihentur blandiores gentium.
Propterea huic urbi nomen Epidammo inditum est:
Quia nemo ferme huc sine damno divortitur.


Pag. 192.          Plena ruris et inficetiarum.

Cioè, pieni di rozzezza e d’insulsaggini; come in quell’altro:

Idem inficeto est inficetior rure.


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