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92 delle speranze d’italia

spettive, non perdiamoci in rincrescimenti troppo discosti dal fatto; non cerchiamo qual parte avrebbe potuta prendere alle pugne ed ai profitti, se ella si fosse trovata indipendente e confederata. Ma abbandoniamoci pure al rincrescimento che potrebbe esser utile un dì: ch’ella non siasi trovata pronta alla grande e nuova occasione di compiere quel poco che le mancava d’indipendenza; che quel risorgimento duralo già da quasi un secolo non fosse giunto a tanto da riunir tutte le opinioni, tutti gli animi in questo solo pensiero. Pur troppo quel risorgimento d’origine straniera aveva coi beni incontrastabili portati seco alcuni mali che divisero la nazione. E poi tutte quelle case di principi straniere, già allora italiane nuove, non erano ancora tanto progredite in nazionalità da sentire od ispirar fiducia, non erano italianizzate abbastanza. Ma sopratutto ed al solito, il gran danno fu lo straniero, dico lo straniero piccolo allora dentro Italia ma sproporzionatamente grande fuori; e che entrato quindi con tal superiorità a trattare e difendere gli interessi italiani, li fece diventar in breve tutto suoi. Così avvenne che quella pugna durata 25 anni in Italia non fu un momento mai pugna italiana, ma solamente tra lo straniero stanziato e l’invasore, tra Austria e Francia. Noi ricordiamo ancora quegli anni in che non era nulla così odiato