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Battisti: Gli alpini 45

tendente, era stato fatto prigioniero da un alpino inerme, piangeva, piangeva per l’ira, il dolore e l’avvilimento d’esser stato portato via come un bambino.

Alla serietà, alla tenacia gli alpini uniscono la bontà. Sono felici quando riescono a collaborare con gli ufficiali, a dar loro buone indicazioni sul nemico, felici quando possono aiutar i più deboli nella lotta contro la montagna. Nè lo fanno per servilità; neppur, vorrei dire, per spirito di cortesia, ma per un sentimento profondo di giustizia.

In Val Camonica un gruppo di alpini fece passare un brutto quarto d’ora a dei borghesi che motteggiavano un prigioniero austriaco.

Sono gente dal cuor d’oro. Lo spirito di solidarietà non ha per loro confini. Ma non aspettatevi il loro aiuto nelle piccole cose, nel superfluo, nelle esteriorità. Se un compagno resta addietro nelle marce l’unico aiuto è un «Spicciati». Se qualcuno stenta ad arrampicarsi, gli dicono «Coraggio, devi imparare!» Se stenta a portar lo zaino: «Poltrone!».

Ma se davvero incombe il pericolo, ma se sul drappello si abbatte la furia di