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284 Chi l’ha detto? [890-896]


890.   .... Dal sonno alla morte è un picciol varco.

(Gerusalemme liberata, c. IX, ott. 18).

nonchè i versi nei quali è descritta la morte di Clorinda:

891.                                           ....In questa forma
Passa la bella donna, e par che dorma.

(Gerusalemme liberata, c. XII, ott. 69).

e due belle sentenze di frequentissimo uso:

892.   Non dee guerra co’ morti aver chi vive.

(Gerusalemme liberata, c. XIII, ott. 39).

893.    Muojono le città, muojono i regni;
     Copre i fasti e le pompe arena ed erba;
     E l’uom d’esser mortai par che si sdegni.

(Gerusalemme liberata, c. XV. ott. 20).

In un melodramma del Metastasio, l’Adriano in Siria, si troveranno queste altre due, ugualmente notissime:

894.                                 .... Agl’infelici
          Difficile è il morir.

(A. I. sc. 14).

895.        Non è ver che sia la morte
          Il peggior di tutti i mali;
          È un sollievo de’ mortali
          Che son stanchi di soffrir.

(A. III, sc. 6).

Quasi proverbiale si è fatto il verso di Vincenzo Monti:

896.   Oltra il rogo non vive ira nemica.

Esso fu scritto sulla tomba che Brescia eresse nel suo cimitero al generale Nugent comandante delle trappe austriache, ferito a morte in una delle Dieci Giornate (marzo 1849) e che morendo istituì sua legataria la eroica città: e il gen. Cialdini lo fece scrivere sulla bara del generale pontificio march. Giorgio Pimodan,