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[1621-1624] Scienze e lettere, poesia, ecc. 543
della quale frase è una reminiscenza l’altra del Tasso, molto simile:

1621.   Di poema dignissima e d’istoria.

(Gerusalemme liberata, c. XV, ott. 32).
Tale, secondo il Tasso, è la memoria di Colombo, che mosse tanti poeti, italiani e stranieri, a cantare epicamente la scoperta del Nuovo Mondo; ma niuno di loro fu pari alla grandezza dell'argomento (vedi Lancetti, Il poema desiderato, nel Ricoglitore italiano e straniero, Milano, 1835). Invece troppe volte si obbligan le Muse a cantare soggetti meschini e indegni di loro, poiché è pur vero che

1622.   Aujourd’hui, ce qui ne vaut pas la peine d’être dit, on le chante. 1

(Beaumarchais, Le Barbier de Séville, a. I, sc. 2).
ciò che fu ripetuto specialmente a proposito della frivolità dei libretti musicali, della quale anche in questo volume si hanno tanti e cosi cospicui esempi!

1623.   Le style c’est l’homme.2

pensava il conte di Buffon, il quale propriamente scrisse: Le style est l'homme même nel suo Discours de réception à l’Académie nel 1752 (Vedi Recueil de l’Acad. de Sciences, 1753, pag. 337). E poiché si parla di stile, non lasciamo senza menzione il nuovo stile che inaugurato da Dante Alighieri segnò il rinascimento delle lettere italiane. Dante medesimo ne indica le basi nei versi:

1624.             .... Io mi son un che, quando
Amor mi spira, noto, ed a quel modo
Ch’ei ditta dentro, vo significando.

(Purgatorio, c. XXIV, v. 52-54).
cioè, io mi son uno che quando amoro mi muove, scruto i miei sentimenti, e come essi mi dettano, così parlo: e questo sarebbe il principio fondamentale del
  1. 1622.   Oggi quello che non vale la pena di dire, lo si canta.
  2. 1623.   Lo stile è l’uomo.