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[88-93] Amore 27


Veniamo ai poeti delle età posteriori. Precede a tutti il divino Alighieri, che può darci un gran numero di versi celebranti il piccolo nume faretrato: ne scelgo alcuni dalla Divina Commedia:

88.       Amor mi mosse, che mi fa parlare.

89.       Amor che nella mente mi ragiona
Della mia Donna....

è il principio di una canzone di Dante, composta verso il 1294 e commentata in testa del Trattato terzo del Convivio, ed è anche riportato nel Purgatorio (c. II, v. 112), in bocca di Casella.

90.       Amor che al cor gentil ratto s’apprende.

Quest’ultimo verso è nel commovente racconto di Francesca da Rimini, a cui il poeta fa dire altri tre versi non meno noti del precedente:

91.       Amor che a nullo amato amar perdona.

92.       ....Solo un punto fu quel che ci vinse.

93.       Galeotto fu il libro e chi lo scrisse.

Per chiunque ha letto quel pietoso episodio che è una delle più belle pagine della Divina Commedia, quest’ultimo verso non ha uopo di commento. Francesca e Paolo leggono il romanzo di Lancillotto, a cui Gallehaut o Galeotto fa da mezzano ne’ suoi amori con la regina Ginevra: il libro e l’autore suo furono quindi per Paolo e Francesca quel che Galeotto fu per i due antichi amanti.

Pochi sanno che il racconto di Francesca (dal verso: Noi leggevamo un giorno per diletto al verso Quel giorno più non vi leggemmo avante) fu messo in musica dal Rossini per desiderio di Lord Vernon e a lui dedicato. Lord Vernon ne pubblicò l’autografo a facsimile nel vol. III del suo Inferno di D. A. disposto in