Pagina:Chiarini - Dalle novelle di Canterbury, 1897.djvu/409

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336 note.


(17) L’epiteto hoppesteres, dato qui alle navi, non sembra molto chiaro ai critici e ai commentatori del poeta. La parola non ricorre altrove, e non ha altri riscontri nella poesia del Chaucer, i quali possano recare un poco di luce. Io ho tradotto secondo l’etimo supposto dal Tyrwhitt, il quale farebbe derivare questa voce dal sassone to hoppe che significa danzare. L’immagine delle navi danzanti sulle onde, che di per sé è abbastanza poetica, qui pare poco appropriata. Ed è strano che il Chaucer, il quale in questa disordinata e barocca descrizione del tempio di Marte si è valso non poco della Teseide, traducendola qualche volta quasi letteralmente, abbia avuto l’idea poco felice di trasformare “le navi bellatrici (che il Chaucer abbia letto “ballatrici„? ) del Boccaccio„ e le “bellatrices carinae„ di Stazio, in navi danzatrici.

(18) La spada di Damocle.

(19) Nota lo Speght (Op. cit., Gloss.) che Puella e Rubens sono in geomanzia i nomi di due figure che rappresentano due costellazioni celesti. La prima significa Marte retrogrado, la seconda Marte diretto.

(20) Il poeta con un giuoco di parole, che traducendo non è possibile mantenere, suppone che qualcuno possa intendere male il nome pronunciato dal Cavaliere, e confondere fra Dyane (Dafni) e Dyane (Diana). Per un simile bisticcio Cfr. la “Novella del Mercante d’indulgenze,„ pag. 285.

(21) His eyen were cytryne (gli occhi erano del colore del cedro).

(22) Il testo dice veramente: “la terza ora disuguale dopo che etc.„. Secondo il sistema astrologico con cui veniva computato il tempo, il giorno era di-