Pagina:Chiarini - Dalle novelle di Canterbury, 1897.djvu/47

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xxxviii prefazione.

si è valso molto spesso, e senza tanti scrupoli, da un simile raffronto si dovrebbe concludere che forse al Chaucer non dovette essere noto il Decamerone.

Molto più che la storia di Griselda, pur rimanendo nel racconto del Chierico di Oxford tale e quale, in sostanza, è nella novella raccontata da Dioneo, il Chaucer non l’ha tolta evidentemente dal Decamerone, ma dalla traduzione latina del Petrarca. Ma se mancano gli elementi e gli argomenti necessari per potere affermare esplicitamente che il Chaucer conobbe il Decamerone, nessuno vorrà negare la stranezza e la inverosimiglianza del fatto, che il Chaucer, il quale conobbe e tradusse la Divina Commedia, e conobbe le opere del Petrarca fino al punto da chiamarlo “my master Petrarch„1 e da tradurre quasi alla lettera il sonetto LXXXVIII del Canzoniere,2 non conoscesse affatto l’opera

  1. Nella “Novella del Monaco.„
  2. Il Sonetto incomincia: “S’amor non è etc.„ La traduzione é inserita nel poemetto: Troilus and Cressida I, 400.