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LE « OPERETTE MORALI. > 229

Fuori della Canzone Alla sua donna, di lavori pro- priamente letterari il poeta negli ultimi otto mesi del 1823 non fece altro che il volgarizzamento della Satira di Simonide sopra le donne, e di alcuni versi morali dal greco.' Ma scrisse anche, come ho detto, 877 pagine dello Zibaldone, che rappresentano un la- voro intellettuale notevolissimo. Le poche pagine scritte nei cinque mesi di Roma sono quasi unicamente note ed osservazioni sulla lin- gua latina, la maggior parte brevi ; molte sopra luo- ghi di Cicerone. Anche nelle moltissime di Recanati, benché il Leopardi scrivesse al Niebuhr, che aveva rinunziato quasi interamente agli studi filologici^ i quali non si possono coltivare in un paese privo affatto di codici e di buone edizioni de' classici, abbondano, anzi tengono la parte principale, le osservazioni intorno alle lingue. In generale sono lunghe; ce n'è delle lunghissime, sulla lingua greca, sulla latina, sulla ita- liana, sulla francese, sulla spagnuola, sulla tedesca, sui diversi caratteri, sulle somiglianze, le differenze, le relazioni delle une colle altre, sull' origine e la de- rivazione dei linguaggi. Si capisce che molte di queste osservazioni erano materiali che l'autore seguitava a raccogliere per quella sua opera sulle lingue, alla quale accennai in fine del capitolo IX. E se non si possono dire veri e propri studi filologici nel senso che intendeva il Leopardi, perchè spesso hanno carat- tere letterario e filosofico, anche la filologia ha in esse non poca parte. Vi sono poi in quelle 877 pagine considerazioni e pensieri di filosofia morale, di religione, o meglio

  • Questi versi rimasero inediti nelle carte napoletane, ora

in corso di stampa.