Pagina:Chiarini - Vita di Giacomo Leopardi.djvu/377

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l' ultima dimora a recanati. hi diare nel Leopardi il verista, indugiarsi a vedere se le sue figure ideali combaciano esattamente con le figliuole di un cocchiere e di un contadino, potrà sodi- sfare la curiosità di qualche erudito, ma esteticamente non può avere altro efletto che di ofiuscare le luminose creazioni del poeta.

Il canto Le incordante è in versi sciolti di una mi- rabile perfezione. Le altre due brevi poesie composte nel settembre sono canzoni a strofe libere, come la can- zone A Silvia; salvo che in queste comparisce qualche rima al mezzo. Oramai il Leopardi nelle sue poesie non userà più che questo metro e il verso sciolto. La quiete dopo la tempesta è la descrizione di un piccolo paese di campagna, i cui abitanti, all'improv- viso tornare del sereno, dopo un temporale che li ha spaventati, riprendono le opere loro lieti e sorridenti. Tutta la poesia sta nella evidenza pittoresca e musi- cale della descrizione ; la quale in ventiquattro versi ti mette sotto gli occhi, coi più minuti particolari, il ridestarsi della vita nelle strade e nelle case della città e nelle campagne circostanti, al riapparire del sole. Tu senti il fresco e il profumo della pioggia recente; senti il remore delle finestre che si ria- prono, il brusìo della gente che affaccendata corre di qua e di là, il grido dell' erbaiuolo, il tintinnire dei sonagli del carrettiere ; vedi il fiume che, sgom- bratesi le nebbie, torna a correr chiaro giù per la valle ; indovini la letizia dei cuori di quei poveri pae- sani riavutisi dallo spavento. Alla descrizione seguono le riflessioni del poeta, che, se ne togli la musicalità del verso, non sono poesia, almeno poesia lirica ; ma la musicalità del verso, la novità e l'opportunità dei pensieri, che discendono spontanei dal fatto poetico,