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«Finelli prof. Carlo. Scultore celebre. D’indole coraggiosa e italiana, se in lui gli anni scemarono le forze, non affievolirono però d’un capello la nobiltà dell’animo

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«Morichini Gaetano. Figlio del celebre professore di chimica e fratello dell’attuale pro-tesoriere

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«Tosi avv. Gaetano. Avvocato».

Dagli esempi addotti i lettori avranno compreso di qual genere fossero queste, sovente caustiche, e sempre telegrafiche biografie1.

E, qui, di passaggio, farò una osservazione che varrà a distruggere sempre più - con l’autorità di Pio IX - la ridicola e assurda teoria dello Spada intorno alla necessità che tutti coloro i quali si occupavano della cosa pubblica in Roma dovessero essere nati a Roma e non potessero e non dovessero essere forestieri, estranei - come egli li appella. - Fra i cento consiglieri nominati da Pio IX più di trenta non erano romani e appartenevano ad altre provincie dello Stato o anche ad altri Stati d’Italia; e cito ad esempio, come vien viene, l’Antici, che era marchegiano, il Guglielmi di Civitavecchia, il Potenziani reatino, il Pianciani spoletino, il Cappello abruzzese, il Baroni romagnolo, il Bucci napoletano, il Canina e il Coppi piemontesi, il Coghetti bergamasco, il Finelli e il Tenerani carraresi, il Rezzi piacentino, il Podesti anconetano, il Minardi faentino, il Durante-Valentini e il Tosi sabini, il De Matteis e il De Crollis della provincia di Frosinone, ecc.

Dei giornali liberali nessuno fece motto sulla nomina di quei cento consiglieri, intorno a molti dei quali ci sarebbero state, e ragionevolmente, molte cose da ridire. Il che significa che i direttori e i collaboratori di quei giornali, continuamente designati dal Balan, dal Balleydier, dal D’Amelio, dal D’Arlincourt, dal De Saint-Albin, dal Lubienscki, come iniqui settari e scellerati cospiratori, unicamente intenti a demolire l’autorità e il prestigio di Pio IX, altro non erano, in realtà, che buoni e pie-

  1. Album dei Cento consiglieri, ecc., nella Miscellanea Trucchi, luogo citato.