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rozza, ignorante e feroce plebaglia, alle nuove congiure, ai nuovi giudizi sommari di Commissioni speciali, alle nuove condanne, ai moti del 1843, 1844 e 1845. Il crescente disordine nel caos dell’amministrazione; le finanze sperperate; il pubblico erario, fra l’aumentare delle imposte più odiose, sempre esausto; le prigioni rigurgitanti di liberali; le vie dell’esilio piene dei lamenti e delle maledizioni di migliaia di profughi; la giustizia nome vano e ad essa sostituito il più sfacciato favoritismo, il più laido mercimonio, sotto l’impero di regolamenti e di costituzioni feudali e medioevali, contraddicentisi ed opposte fra di loro; l’istruzione popolare in balia dei gesuiti e de’ loro proseliti; proibita la stampa e la diffusione di libri e di giornali: combattuta la illuminazione a gas, le strade ferrate, gli asili infantili, le applicazioni di qualsiasi scoperta, o trovato della scienza … ecco quali furono le condizioni dello Stato romano durante il pontificato di Gregorio XVI. Questa pittura sembrerà tetra, le sue tinte appariranno troppo fosche e, forse, qualcuno sospetterà che qui l’esagerazione partigiana dello scrittore abbia caricato soverchiamente i colori … Perchè così non paia mi servirò delle parole o di uomini devoti al papato, o di uomini cosi imparziali da non poter essere sospettati di passione.

«Il consigliere De Brosses, il quale non voleva male al papa, scrisse nel 1770: il Governo papale, sebbene sia in fatto il peggiore di Europa, è però il più dolce,

«Il conte De Tournon, uomo dabbene, abile economista, conservatore di tutti i poteri esistenti e giudice favorevolmente

    Pagès, op. cit., tom. 1, § 1, pag. 11; O. D’Haussonville, Histoire de la politique extérieure du Goucernement français 1830-1848, Paris, Michel Levy frères, 1850, tom. II, § 22, pag. 187; Monsignor Francesco Liverani, La Dottrina cattolica e la Rivoluzione italiana, Firenze, Le Monnier, 1862, capitolo VII, pag. 59; T. H. Dyer, The History of Modem Europe, London, John Murray, 1864, vol. IV, lib. VIII, pagg. 606 e 607; H. Reuchlin, op. cit, vol. I, cap. VIII, pag. 240; N. Bianchi, op. cit., vol. III, cap. IV, § 1, pagg. 149 e 150; R. Rey, op. cit., liv. II, chap. I.
          Perfino il parziale storico Francesco Gigliucci Memorie storiche della Rivoluzione romana, Roma, tipografìa de’ Fratelli Palletta, 1852, vol. II, lib. VI, pag. 352 e segg.), quantunque tutto inteso a dimostrare il candore e l’innocenza dei Centurioni, finisce per produrre parecchi documenti uliiciali, circolari e dispacci della Segreteria di Stato, dai quali risulta, contrariamente ai desideri e alle intenzioni dell’autore, che i Centurioni commettevano arbitri o disordini che quelle circolari e quei dispacci miravano a reprimere.