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i Croati erano stati espulsi da Milano e da quasi tutta la Lombardia, ora che i Piemontesi irrompevano sul Mincio contro di essi, si trovarono a mal partito e, simulando sentimenti patriottici e liberali, da prima concessero i reclamati statuti liberali ai loro popoli, poscia, abbandonando i loro Stati, esularono, lasciando i Ducati in balia a Governi provvisori, i quali, intanto, cominciarono a industriarsi di venire, con tutti i mezzi che erano a loro disposizione, in aiuto della impresa del nazionale riscatto.

A Roma, come ho parecchie volte accennato, da un pezzo bolliva la pentola contro i gesuiti; e le ragioni dell’odio, onde gran parte della popolazione i reverendi padri proseguiva, io le ho anche notate: esse, da altra parte, sono cosi naturali ed evidenti che non abbisognano di ampia e diffusa illustrazione.

La Compagnia di Gesù, fondata dal fanatismo cattolico e dal mirabile fervore ascetico di don Inigo Lopez di Recalde, più noto sotto il nome di Ignazio di Loyola, nel 1540, quando metà dei Cristiani di Europa si erano sottratti alla supremazia del Papa e si erano rumorosamente staccati dalla Chiesa cattolica, rappresentava la legittima reazione dei seguaci delle dottrine ascetiche e dogmatiche contro la violenta azione dei Luterani e dei Zwingliani, i quali sostenevano il libero esame e la libera interpretazione del Vangelo. Essa era, adunque, per l’indole sua, pel momento di lotta terribile in cui nacque, sorta a sostegno della unità e della universalità della Chiesa cattolica, a sostegno del principio di autorità e di infallibilità, personificato nel Papa; per conseguenza essa doveva essere e fu sempre eminentemente autoritaria e dogmatica e, quindi, nemica di ogni libertà. Onde è naturale che - per le massime da essa sempre propugnate, per gl’insegnamenti dati e per i libri pubblicati dai suoi affiliati - essa fosse considerata, fin dall’innalzamento di Pio IX al soglio pontificio, acerrima avversatrice di ogni riforma, quale essa era realmente, quale naturalmente e logicamente doveva essere.

E quindi è chiaro altresì che, mentre la Compagnia di Gesù, di soppiatto, oppose tutte le resistenze e tutti gli ostacoli all’opera riformatrice di Pio IX, ne ebbe, in ricambio, l’avversione dei liberali, la quale si mutò poi in aperta ostilità e irruppe in nemiche e rumorose manifestazioni.