Pagina:Collodi - Storie allegre.djvu/82

Da Wikisource.

― 81 ―


― Ehi, maestro Golasecca; se volete partire, spicciatevi, perchè fra poco è giorno!

― Me ne vado subito, ― replicò il capo-masnada ― e la cena ve la pagherò al mio ritorno.

― Padron mio riveritissimo! Buon viaggio, e scarpe larghe! ―

Golasecca cercò al buio la sua giacca: e dopo averla trovata e messa addosso, portò subito la mano sulla tasca per assicurarsi dello scimmiottino.

Ma nel far questa mossa, cacciò un grido acutissimo di dolore, sentendosi portar via la pelle della mano da una terribile unghiata.

― Brigante d’uno scimmiotto! Ti diverti anche a graffiarmi? Guai a te, se ti provi a ripeter lo scherzo! Faccio giuro di strapparti tutte le unghie, a una a una!... ―

E così dicendo, uscì dall’osteria, e chiuse la porta dietro di sè.

Dopo aver fatto tre ore di strada, tornò a guardarsi la mano, e vide che la mano sanguinava sempre. Allora andò su tutte le furie, e tanto per avere un po’ di sfogo, tirò sulla tasca un solennissimo pugno.

Gnaooo! ― grido di dentro una voce, con miagolio lamentevole.

― Ah! ti prendi gioco di me! Ti diverti a farmi il verso del gatto?... To’! Allora prendi anche questo!

E giù un secondo pugno, più forte del primo.

Gnaooo.... gnaooo.... gnaooo.... ― ripetè la solita voce con un miagolio bizzoso e arrabbiato.

― Dunque non vuoi smettere? Dunque non vuoi farla finita? ―

E stava già per lasciar cascare il terzo pugno, quando,