Pagina:Commedia - Inferno (Buti).djvu/144

Da Wikisource.
   100 i n f e r n o   iii. [v. 82-99]

al primo doviamo sapere, come detto fu di sopra, che questo fiume che l'autore finge che passano l'anime dannate, che si chiama Acheron, è a dire sanza allegrezza; e veramente l'anima che passa all'inferno, passa in luogo dove mai più non può avere allegrezza; e veramente di questo fiume si genera Stige, che s'interpetra tristizia, che si conviene ancora passare: imperò che chi va all'inferno perde non solamente allegrezza; ma ancora acquista tristizia; e di Stige si genera Cocito, perchè s'interpetra pianto, che si convien ancora passare: imperò che chi va all'inferno è sanza allegrezza e pieno di tristizia e di pianto, e passa in su la nave; questa nave significa la colpa della congregazione, e collegazione de' sette peccati mortali, e delle loro specie, sopra la quale passano tutte l'anime dannate: imperò che ciascuna à peccato in una o più di quelle specie, per la colpa del quale peccato è dannato all'inferno; e questo appare per lo testo, quando dice: Più lieve legno convien che ti porti. Lo nocchiere Caron, che l'autor finge che sia il demonio, è l'amore disordinato che guida l'anima per tutti i peccati, come si mostrerà per la divisione che si porrà di sotto; siccome l'amore ordinato guida1 l'anima per tutte le virtù; et intorno a questo, primo è da notare che niuno uomo è sanza amore e che l'obietto dell'amore è il bene: imperò che niuna cosa è amata, se non in quanto è bene o è creduto essere bene; et ancora2 è da notare che il bene o è eterno, o è temporale, e l'uno di questi due; cioè, temporale si divide in tre: imperò ch'elli è onesto, dilettevole et utile. Premesse queste cose, soggiungo ora queste conclusioni ancora; che allora è l'amore ordinato, quando il bene eterno s'ama assai quanto si dee, e lo bene temporale s'ama poco quanto si dee; et allora è l'amor disordinato quando il bene eterno s'ama poco, e lo bene temporale s'ama troppo. Et aggiungo questa divisione, se il bene eterno s'ama poco, allora se commette dall'amatore il peccato dell'accidia, e così il disordinato amore guida l'amatore in su la nave dell'accidia; e se il bene temporale onesto s'ama troppo, allora lo disordinato amore guida l'amatore in su la nave della superbia, dell'ira, e dell'invidia. E questo si dimostra così: imperò che o l'uomo ama eccellenzia di sè medesimo sopra tutti, et allora si commette il peccato della superbia, in quanto l'uomo vuole avanzare tutti li altri e segnoreggiare, e per avere questa eccellenzia ogni altro dispregia; o l'uomo ama conservazione di sè medesimo, e per questo si commette il peccato dell'ira, in quanto s'accende l'uomo a vendicarsi di chi l'à offeso, o à voluto offendere, o crede che voglia; o l'uomo ama parità di sè medesimo con tutti li altri, e

  1. C. M.  mena l'anima.
  2. C. M.  e tanto è.