Pagina:Commedia - Inferno (Buti).djvu/200

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156 inferno v. [v. 25-45]

stupro, sacrilegio, incesto, e peccato, contro a natura. Fornicazione è congiunzione carnale di soluto con soluta; adulterio è d’ammogliato con maritata, o pur che l’uno sia legato a matrimonio; stupro è corrompimento di verginità; sacrilegio è di persone consacrate, o pur che l’una sia consecrata; incesto si commette tra’ parenti; peccato contro natura, per sè medesimo s’intende, e però non è da parlarne. Ancora è da sapere che la lussuria si distingue in tre specie; cioè spiritual tanto, corporale tanto, spirituale e corporale; spirituale tanto è quella che si commette1 con la volontà solamente, et è vie peggio che la corporale tanto; corporal tanto è quando l’animo non consente, siccome fu Lucrezia che non consentì con l’animo; corporale, e spirituale è quella che si commette col corpo, consenziente l’animo. Ora è da sapere che questa lussuria mena sempre seco questa compagnia; ansietà, paura, penitenzia, puzza, vergogna, e bruttura. L’ansietà e la paura vanno innanzi all’atto carnale; l’altre seguitano nell’atto; la penitenzia seguita poi, sì come dice Boezio della prima e dell’ultima nel terzo della Filosofica Consolatione: Quid autem de corporis voluptatibus loquar, quarum appetentia plena est anxietatis, satietas vero poenitentiae? Onde Demostene filolosofo, perchè sapeva che dopo l’atto carnale seguitava pentimento, quando andò a Taide, et ella li dimandò talenti cento per lo suo consentimento, elli ragguardò il cielo e disse quelle parole che in volgare suonano così: Io non compro2 tanto prezzo uno pentere. In grammatica3 disse: Non emo tanti unum poenitere; e lasciolla. E questa sì fatta compagnia assai dimostra sì fatto peccato esser da schifare; ma ella à sue figliuole le quali vie più dimostrano cotal vizio essere da fuggire, e queste sono le pene che induce: chè ogni peccato induce pena, e questo è lo frutto del peccato; cioè la pena. E queste figliuole sono otto; cioè cechità di mente, inconsiderazione, incostanzia, precipitazione, amor di sè, odio di Dio, appetito del presente secolo, desperazione delle cose celestiali. Cechità di mente è quando la ragione superiore, che è da considerare le cose celestiali che ci inducano a sapienzia, sta sì occupata4 et attuffata per lo detto peccato, che delle cose di sopra non pensa niente, se non come animale bruto. Inconsiderazione è quando la ragione inferiore, la quale è da considerare le cose di quaggiù che ci inducono a scienzia, è sì

  1. Da — spirituale tanto — fino a — si commette — abbiamo emendato col Cod. M. E.
  2. Qui è supposta la particella indicante il termine di forma o il cambio; cioè a tanto, per tanto prezzo. E.
  3. Grammatica appo i nostri antichi sonava lo stesso che lingua latina; e grammatico, letterato, che sa il latino. E.
  4. C. M. assopita