73Li occhi mi sciolse, e disse: Drizza il nerbo
74Del viso su per quella schiuma antica
75Per indi, ove quel fummo è più acerbo.
76Come le rane innanzi alla nimica
77Biscia per l’acqua si dileguan tutte,
78 Fin ch'a la terra ciascuna s’abbica;
79Vidi più di mille anime destrutte
80Fuggir così dinanzi ad un, ch’al passo
81Passava Stige con le piante asciutte.
82Dal volto rimovea quell’aer grasso,
83Menando la sinistra inanzi spesso,
84E sol di quella angoscia parea lasso.
85Ben m’accors’io, ch’elli era dal Ciel messo,1
86E volsimi al Maestro; et el fe segno2
87Ch’io stesse cheto et inchinassi ad esso.
88Ahi quanto mi parea pien di disdegno!
89Venne alla porta, e con una verghetta
90L’aperse, che non ebbe alcun ritegno.
91O cacciati del Ciel, gente dispetta,
92Cominciò elli in su l’orribil soglia,
93Ond’esta oltracutanza in voi s’alletta?3
94Perchè ricalcitrate a quella voglia,
95A cui non puote il fin mai esser mozzo,
96E che più volte v’à cresciuto doglia?
97Che giova nelle fata dar di cozzo?
98Cerbero vostro, se ben vi ricorda,
99Ne porta ancor pelato il mento e il gozzo.
- ↑ v. 85. C. M. di Ciel messo,
- ↑ v. 86. C. M. e quei fe segno
- ↑ v. 93. Oltracutanza; pensiero temerario, al di là del dovere. Componesi di cuitanza, pensiero, usato dal B. Iacopone, e dalla preposizione oltre. E.