Pagina:Commedia - Inferno (Buti).djvu/418

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minciai: ec.; nella sesta pone com’elli risponde di sè medesimo, quivi: E quel medesmo, ec.; nella settima pone come Virgilio riprende quella anima e manifesta a Dante chi elli fu, quivi: Allora il Duca mio ec. Divisa adunque la lezione, ora è da vedere la sentenzia litterale. Dice così:
     Che poi che per amor della patria costretto ragunai 1 le frondi sparte al cesto, che le domandava et era già fioco per l’addomandare e per lamentarsi 2, partimoci quindi e venimo al fine onde si parte lo secondo girone dal terzo e dove si vede orribile arte di giustizia. E volendo manifestare bene lo luogo, io dico che noi venimo a una pianura o vero riva, ch’era sanza arbori et erba; e questa riva o vero pianura cignea intorno la selva, della quale è detto di sopra, sì come cinge la fossa del sangue la detta selva, e qui fermarono li lor passi a randa a randa 3, per non uscir della selva, per non montare in su la rena ch’ardeva sempre. E però soggiugne che lo spazzo 4 della riva era rena arida e spessa, no 5 fatta d’altra foggia che quella che fu calcata da Catone, quando andò per la Libia, e maravigliandosi di ciò dice: O vendetta di Dio; cioè o giustizia, quanto tu dei essere temuta da ciascun che legge ciò, che fu manifesto alli occhi miei! Io vidi molte mandre d’anime nude che piangeano, alle quali parea che fosse posta diversa legge: imperò che alcuna giacea rovescio 6 in sulla rena, alcuna si sedea tutta raccolta e l’altra gente andava continuamente: e quella che andava era molto più di quella che giacea; ma quella che giacea, più si lamentava, e sopra quella rena piovevano falde di fuoco, come fa la neve nell’alpe quando non è vento: e come in India ad Alessandro pioverono fiaccole di fuoco sopra il suo esercito, ond’elli provide che l’esercito le scalpitasse 7, acciò che non pigliassono vigore. E di sotto a queste anime la rena s’accendea come esca sotto il fucile; onde quell’anime sempre erano sanza riposo: imperò che menavano le mani or quinci or quindi, per scuotersi lo fuoco da dosso. Onde Dante dice a Virgilio: Tu, che vinci tutte le cose, se non li demoni che ci uscirono incontro all’entrar della città Dite, chi è quel grande che non par che curi l’incendio, e giace dispettoso e torto? Unde

  1. C. M. contristo raunai
  2. C. M. per l’addimandare e ’lmentare partimmoci - Il nostro Cod. legge - per lo mentarsi - che ci è parso da emendare. E.
  3. Randa vale estremità, margine, orlo; e a randa a randa, accosto accosto, rasente rasente. E.
  4. C. M. lo passo della riva
  5. La particella negativa è talora anche no, la quale non dispiacque neppure a quel puro scrittore che fu Iacopo Passavanti — Specchio di Penitenza «dell’Umiltà negli atti di fuori no sta la vera virtù». E.
  6. C. M. giacea riverta in su la rena,
  7. C. M. le scalcasse, acciò