Pagina:Commedia - Inferno (Buti).djvu/477

Da Wikisource.
   [v. 64-78] c o m m e n t o 433

corre in ver levante, che si chiama Acquacheta, quando è in sul monte innanzi che scenda giuso nel basso; ma quando è giunto a Forlì, muta nome, rimbomba là sopra al monistero di san Benedetto 1, perchè cade dell’alpe a una scesa, ove potea essere ricetto per mile, o vero io Dante dovea essere ricevuto per mile; cioè per monaco; così giù d’una ripa discoscesa trovamo risonare quell’acqua tinta 2 sì, che in poca ora avrebbe offeso l’audito. Et aggiugne ch’elli avea una corda cinta, con la quale pensò alcuna volta pigliare la lonza che à la pelle dipinta, la quale per comandamento di Virgilio elli la sciolse da sè e porsela a lui avvolta et aggroppata; onde Virgilio si volse in su lato ritto, e gittolla giù in quel burrato alto e profondo, di lungi dalla sponda. Et aggiugne Dante che tra sè dicea: E pur convien che qualche 3 cosa nuova risponda a questo atto, ch’elli vedea Virgilio stare attento a guardare giuso. Et aggiugne uno notabile che li uomini convengono 4 essere molto cauti innanzi a coloro che non veggono 5 pur l’opera; ma col senno veggono ancor li pensieri dentro; onde aggiugne che Virgilio dicesse a lui: Tosto verrà di sopra ciò ch’io aspetto; e quel che il tuo pensier sogna, tosto converrà che si scuopra. E perchè la cosa era maravigliosa, aggiugne che sempre si vorrebbe a quel vero, che à apparenzia di bugia 6, chiudere la bocca: però che sanza colpa fa vergogna. Ma qui dice che non si può tacere, e per darlo a credere meglio, giura al lettore per le note di questa Comedia, s’elle non sieno vote di grazia, ch’elli vide, ragguardando per quell’aere nero et oscuro, venir notando in suso una figura maravigliosa ad ogni cuor sicuro. E fa una similitudine che così veniva su notando, come fa lo marinaio che va a liberare l’àncora, che s’è afferrata a scoglio o ad altra cosa che, quando torna su, si raccoglie li piedi 7 alle natiche et in su si stende; e qui finisce il canto. Ora è da vedere il testo con l’esposizioni morali, ovvero allegoriche.

C. XVI — v. 64-78. In questi cinque ternari l’autor nostro finge come ebbe parlamento co’suoi tre cittadini delle condizioni della sua città, domandando prima ellino; e poi Dante rispondendo et ammirando la risposta di Dante, così dicendo; parla messer Iacopo a Dante così: Se lungamente l’anima conduca Le membra tue; cioè se 8

  1. Da San Benedetto, varcato l’Apennino, si discende a San Godenzo. Nel coro di codesta Abazia, in giugno del 1304, Dante ed altri Consiglieri o Commissari de’ Bianchi si congregarono, e premessero che ristorerebbero Ugolino Ubaldini dai danni, che gli potessero venire per la guerra di Monte Accinico. E.
  2. C. M. quell’acqua tutta sì, che poco ora
  3. C. M. che quella cosa
  4. C. M. convegna
  5. C. M. non vedeno pur la persona; ma col senno vedeno
  6. C. M. di bugia tacere, perchè senza colpa
  7. C. M. li piedi e le natiche et in su si distende;
  8. C. M. se a lui lunga vita;
Inf. T. I. 28