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Pagina:Commedia - Inferno (Lana).djvu/257

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INFERNO. — Canto XIII. Verso 13 a 33 253

Ale hanno late, e colli e visi umani,
     Piè con artigli, e pennuto il gran ventre:
     Fanno lamenti in su gli alberi strani. 15
E ’l buon Maestro: Prima che più entre,1
     Sappi che se’ nel secondo girone,
     Mi cominciò a dire, e sarai, mentre
Che tu verrai nell’orribil sabbione.
     Però riguarda bene , e sì vedrai 20
     Cose, che torrìen fede al mio sermone.*
Io sentìa da ogni parte traer guai,*
     E non vedea persoua che l’ facesse;
     Perch’io tutto smarrito m’arrestai,
I’ credo ch’ei credette ch’io credesse, 25
     Che tante voci uscisser tra que’ bronchi
     Da gente che per noi si nascondesse.
Però, disse il Maestro, se tu tronchi
     Qualche fraschetta d’una d’este piante,
     Li pensier ch’hai si faran tutti monchi. 30
Allor porsi la mano un poco avante,
     E colsi un ramoscel da un gran pruno: 2
     E il tronco suo gridò: Perchè mi schiante?

  1. V. 21. Chi confronti il testo colla glossa vede che si tratta di cosa quasi incredibile; e dell’incredulità dice poi al v. 50; perciò scarto il daran dei quattro fiorentini e resto colla Nidobeatina e colla Vind. col Land, i tre dell’Archig. col Laur. XL, 7, col Cass. anche fuggendo il torrian del Rice, del Cortonese e di
    quello servito all’Imolese che non è di verbo che ha 1’ infinito in ere.
  2. V. 32. È una inezia: ramicel, ramiscel, ramuscel ne’ varii Cod. Qui si parla di uno, e il positivo è ramo; accetto ramoscello, com’ è nel Riccard. 1005.




in Romania, e lìe volendo dare agio a sua gente, dismontò a terra, trovolli tante delle dette arpìe che per la puzza e fetore con la sua gente si convenne partire: vero è che poetando mette Virgilio che la donna delle dette arpìe parlò con Enea, e predisseli di tutto quello che li dovea avenire in Italia, fra le quali novelle fue di quelle che non piacquero ad Eneas.

V. 13. Ale hanno late, e colli e visi umani. Descrive sua figura. 16. Qui mostra com’è nel secondo girone com’è detto, e segue lo poema mostrando ch’è quasi incredibile in la sua metafora.

27. Qui bisticcia per introdurre diletto allo studente , mostrando Dante ch’elli credea che Virgilio credesse ch’elli credesse che quelle voci e lamenti, che si udìano, fusseno di gente ascosta per paura di loro tra questi sterpi e brocchi.

28. Qui soggiunse a tal credere che Virgilio disse: se tu tronchi, cioè scavezzi, uno di quelli brocchi, ciò è brocco over fraschetta, tutti quelli pensieri che hai, saranno monchi , cioè sarannoti palesi nella veritade.